La vicenda di Takashi e Midori Nagai è misteriosamente connessa a tutta la storia del cristianesimo in Giappone che a Nagasaki ha sempre avuto il suo cuore pulsante. Tutto quanto è accaduto in Giappone nel corso di quattro secoli – a partire dall’opera dei missionari gesuiti, passando per migliaia di martiri e di Cristiani Nascosti – sembra voler convergere sulla vicenda della loro vita.

La città di Nagasaki è ancora oggi ricca di moltissime testimonianze di questa storia che trova in Takashi e Midori il frutto luminoso sbocciato nell’impensabile tragedia dell’atomica e che dimostra che Il sangue dei martiri è il seme della comunità cristiana.

Il Nyokodō

Il Nyokodō, che letteralmente significa il Santuario come Se Stessi, è la capanna di 4 metri quadrati nella quale Takashi Paolo Nagai passò insieme ai due figli gli ultimi tre anni della sua vita, dal 1948 al 1951, costretto a letto dalla leucemia e in ricercata povertà evangelica. Sorge a Urakami, sul luogo dove aveva abitato con sua moglie Midori Marina Moriyama dal 1934, anno del loro matrimonio, fino al giorno della distruzione da parte della bomba atomica, il 9 agosto 1945.

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Nagai fu uno dei primi cittadini di Nagasaki a decidere di tornare a ripopolare e ridar vita a Urakami, già nell’ottobre del 1945. Volle riprendere casa là dove era nata e morta sua moglie Midori e dove, prima di loro, avevano abitato per sette generazioni gli avi della stessa famiglia Moriyama, che erano stati i capi della comunità dei Cristiani Nascosti, quel popolo di circa 3000 credenti che avevano tramandato la fede cattolica in clandestinità durante i due secoli di atroci persecuzioni del governo dei samurai.

Nel 1948, quando si fece costruire il poverissimo Nyokodō dai suoi amici carpentieri della fraternità San Vincenzo, il già malato Takashi Nagai aveva ormai guadagnato una buona quantità di denaro dalla vendita dei suoi libri. Nel suo libro Pensieri dal Nyokodō, spiega così la sua decisione di vivere in totale povertà:

“Tengo per me il minimo necessario per vivere ad un livello essenziale come i miei vicini di casa e ciò che avanza lo devolvo per accrescere la cultura nel mio quartiere. Io non sono certo l'unico qui nella landa atomica a vivere in stato di indigenza […] Tutti i miei vicini sono poveri allo stesso modo. Ogni famiglia deve lavorare notte e giorno per campare a stento […] tutti sbarcano a malapena il lunario. Come potrei io, solo tra tutti, vivere nel lusso? Non importa quanti soldi mi frutti la vendita dei miei libri […] Se pensiamo che il solo scopo per cui ad alcuni è dato tanto è che lo mettano al servizio del loro prossimo, allora non si potrà dire che il piano del Cielo sia ingiusto […] Ecco alcune delle cose che devono essere ricostruite al più presto: la chiesa, le scuole, gli asili, l’orfanotrofio, l’ospedale, il centro comunale per i cittadini. C’è bisogno anche di molti soldi per ripulire il quartiere dalle rovine bruciate, piantare alberi, ricreare giardini in fiore e parchi-giochi per i bambini. Qualunque cifra guadagniamo non sarà mai abbastanza.”

Il Nyokodō si trova oggi, in una via intitolata Via del Santo, perché Takashi Nagai è noto a Nagasaki come “Il santo di Urakami”.

Nyokodō
Indirizzo: 22-6 Uenomachi, Nagasaki, 852-8113, Giappone

Il Museo alla Memoria

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Il Museo alla Memoria di Takashi Nagai sorge affianco al Nyokodō, laddove Takashi aveva fatto costruire una piccola libreria per i bambini di Urakami, che aveva ribattezzato La Nostra Scatola dei Libri. Al piano inferiore del museo si trova la mostra permanente dei ricordi di Takashi e Midori Nagai, tra cui moltissime fotografie, disegni autografi di Takashi Nagai e il rosario di Midori che Takashi trovò sui resti della loro casa, là dove era la cucina. I grani sono tutti sciolti e la sola croce di metallo è ancora integra. Da ciò Nagai capì che Midori era morta stringendo la croce tra le mani e pregando il rosario.

Al piano superiore si trova ancora oggi una libreria pubblica, così come Takashi aveva tanto voluto.

A partire da sinistra: il rosario di Midori rinvenuto da Takashi tra i resti della loro casa; La Nostra Scatola dei Libri, la piccola libreria costruita da Takashi; un disegno di Takashi della Cattedrale distrutta, oggi in esposizione al Museo; una delle molte foto in visione presso la mostra del Museo alla Memoria.

Museo alla Memoria
Sito: https://nagaitakashi.nagasakipeace.jp/japanese/
Indirizzo: 22-6 Uenomachi, Nagasaki, 852-8113, Giappone

Il Cimitero Internazionale di Sakamoto

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La tomba di Midori Marina Moriyama († 9-8-1945) e di Takashi Paolo Nagai († 1-5-1951) si torva nel cimitero internazionale di Sakamoto.

Cimitero Internazionale di Sakamoto
Indirizzo: 24-5 Mezamemachi, Nagasaki, 852-8105, Giappone

La Cattedrale di Santa Maria Immacolata di Urakami

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Dopo quasi tre secoli di cruente persecuzioni, atroci torture ed esecuzioni capitali, nel 1873 il governo del Giappone abolì finalmente il bando alla professione della religione cristiana. Gli ultimi sopravvissuti del popolo dei Cristiani Nascosti, che avevano preservato e tramandato clandestinamente la fede a rischio della propria vita, iniziarono a costruire molte chiese con le proprie mani e con i propri risparmi, là dove le loro comunità avevano vissuto per secoli. Tra le molte chiese costruite, quella di Urakami fu la più maestosa. La chiesa venne inaugurata nel 1914 e fu dedicata a Santa Maria Immacolata ma solo nel 1925 furono terminate le due torri campanarie. Era la chiesa più grande di tutto l’Oriente. Nel 1945 Urakami fu l’epicentro della bomba atomica e la chiesa venne completamente distrutta.

Il 24 dicembre 1945 Takashi Nagai e i suoi amici rinvennero tra le macerie la più piccola delle due campane, che era la sola ad essere rimasta integra. La issarono su una struttura improvvisata e la fecero suonare la sera dello stesso anno, per annunciare la vigilia del Natale. È da questo episodio che Nagai attinse il titolo del suo primo libro: Le Campane di Nagasaki.

La chiesa fu una delle prime opere alla cui ricostruzione Takashi Nagai e il popolo di Urakami si dedicarono da subito. Negli anni ’60 sarebbe diventata la cattedrale della diocesi di Nagasaki.

Nella cattedrale è ancora oggi conservata una testa della cosiddetta Madonna Bombardata, che ha alle spalle una storia commovente. La statua lignea di Maria Immacolata, alta due metri e prodotta in Italia o forse in Spagna, era stata donata alla comunità cristiana di Nagasaki dall’ambasciatore spagnolo D. Ulibarri nel 1929. Venne posta su un altare della grande chiesa ed insieme a tutto l’edificio fu investita dall’esplosione il 9 agosto del 1945. Nell’ottobre dello stesso anno, padre Kaemon Noguchi, un soldato giapponese e sacerdote cattolico originario di Urakami, si mise a pregare tra le rovine della chiesa nella speranza di trovare una reliquia tangibile e rinvenne la testa della statua, la sola parte che, benché sfigurata, era rimasta integra. La portò con sè nel suo monastero trappista di Hakodate, nel Hokkaido (nord del Giappone) dove la tenne per 30 anni. Nel 1975 padre Kaemon Noguchi ritornò a Nagasaki per restituire la Madonnina e la consegnò a suo cugino, il professor Yakichi Kataoka, amico intimo e biografo di Takashi Nagai, il quale la custodì presso l’università Junshin Daigaku Tanki per 15 anni, non essendo ancora disponibile un luogo più adatto dove riporla. Nel 1990 Takeshi Kawazoe, parroco della chiesa di Urakami, ormai Cattedrale di Nagasaki, espresse il desiderio di conoscere la storia del ritrovamento, così padre Noguchi scrisse una lettera alla chiesa raccontandone la vicenda. Il professor Kataoka, venutolo a sapere, restituì la reliquia alla chiesa, che la conservò presso la casa presbiteriale della cattedrale. Nell’annno 2005, in occasione del 60mo anniversario della bomba atomica, la parrocchia ha trasformato il transetto sud in una cappella appositamente creata per ospitare la testa della statua della Madonna Bombardata. È in questa cappella che il 24 novembre 2019 Papa francesco ha celebrato l’eucarestia durante il suo viaggio apostolico in Giappone ed è lì che ancora oggi viene venerata. La Madonna Bombardata è periodicamente portata in processione in giro per il mondo come simbolo di Pace.

A partire da sinistra: la Cattedrale distrutta dall’esplosione nucleare; la campana della chiesa di Santa Maria, “sopravvissuta” alla distruzione ed estratta dalle macerie dagli amici di Takashi Nagai; la chiesa temporanea in legno adiacente alle rovine, una delle prime opere di pubblica utilità ricostruite dal popolo di Urakami; la Madonna della Bomba.

Cattedrale di Santa Maria Immacolata di Urakami
Sito:
http://www1.odn.ne.jp/uracathe/
Indirizzo: 1-79 Motoomachi, Nagasaki, 852-8112, Giappone

Il Convento-Museo di Padre Kolbe e la Madonna di Lourdes

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Padre Massimiliano Kolbe (1894-1941) era giunto a Nagasaki con alcuni confratelli nell’aprile 1930 e aveva fondato il monastero Mugenzai-no-Sono, sul monte Hiko, circa cinque chilometri a est della città. Già nel maggio dello stesso anno avevano iniziato le attività di stampa della rivista Seibo-no-Kishi (Il Cavaliere dell’Immacolata). Presso il convento padre Kolbe volle costruire una replica della grotta della Madonna di Lourdes.

Nel 1935 Takashi Nagai ebbe modo di visitare padre Kolbe nel suo monastero e gli fece una radiografia del torace in quanto questi era affetto da tubercolosi polmonare. In quegli stessi anni Nagai era membro della fraternità San Vincenzo di Nagasaki che, presso quel monastero, si riuniva regolarmente per gli esercizi spirituali.

Nel 1936 padre Kolbe fece ritorno in Polonia e, come è noto, nel 1941 venne internato nel lager di Auschwitz (matricola 16670) e giustiziato.

Nel 1945, a seguito dello scoppio della bomba atomica, i frati adibirono il monastero di Mugenzai-no-Sono a ricovero per numerosi orfani di Nagasaki, a cui diedero ospitalità per molti anni.

Tra 1947 e il 1951 Takashi Nagai pubblicò diversi articoli sulla rivista Il Cavaliere dell’Immacolata.

 Il 20 settembre 1945, circa un mese e mezzo dopo lo scoppio della bomba atomica, Takashi Nagai iniziò a sviluppare i gravi sintomi della malattia atomica, dovuta al danno da radiazioni sul midollo osseo. La ferita che aveva riportato alla tempia sinistra riprese a sanguinare profusamente e lui cadde in quasi-coma mentre stava morendo dissanguato. La suocera gli fece bere l’acqua benedetta della fonte di Lourdes di padre Kolbe e Takashi Nagai racconta che a quel punto sentì una voce di donna che gli disse di pregare padre Kolbe. Così fece e la ferita smise improvvisamente di sanguinare e iniziò a rimarginarsi spontaneamente.

Oggi sul luogo del monastero Mugenzai-no-sono è presente un museo di cimeli e testimonianze di padre Kolbe, che ha in esposizione alcuni documenti di Takashi Nagai. Si può anche visitare la grotta della Madonna di Lourdes, la cui acqua ha permesso il miracolo a Nagai.

A partire da sinistra: la cella di padre Massimiliano Kolbe all’intero del convento; Padre Kolbe seleziona i caratteri mobili per la stampa della rivista Il Cavaliere dell’Immacolata; un certificato medico di padre Kolbe redatto da Takashi Nagai, in mostra presso il convento-museo.

Convento-Museo di Padre Kolbe e la Madonna di Lourdes
Indirizzo: 1 Chome Hongouchi, Nagasaki, 850-0012, Giappone


I siti storici dei cristiani del Giappone

La città di Nagasaki è stata la culla del cristianesimo in Giappone ed il luogo che ha preservato la fede durante i lunghi secoli delle persecuzioni

  •    A partire dal 1549, anno in cui san Francesco Saverio sbarcò a Kagoshima, e per i successivi ottant’anni, il cristianesimo ebbe una velocissima diffusione in Giappone. In pochi decenni si arrivò ad avere circa 600,000 battezzati, la maggior parte dei quali residenti a Nagasaki e nelle aree limitrofe. Nagasaki era nota in Europa come la “Roma d’Oriente” perché completamente cristiana e ricca di moltissime chiese.

  • Tra il 1614 e il 1633 le persecuzioni contro i cristiani si fecero violentissime e molte esecuzioni capitali vennero eseguite quale ammonimento a Nagasaki, sulla collina di Nishizaka che ne era il punto centrale e più alto. Tutte le chiese vennero distrutte e i missionari cacciati o uccisi. Nei pochi documenti disponibili sono riportate almeno 5.000 esecuzioni capitali anche se si ritiene che il numero dei martiri cristiani sia assai maggiore.

  • Per 250 anni, tra i primi decenni del 1600 e il 1873, il cristianesimo fu completamente bandito dal Giappone e i fedeli dell’area di Nagasaki continuarono clandestinamente a professare la fede, senza più chiese, né sacerdoti né sacramenti, eccetto il battesimo che impartivano da sé. Era il popolo dei cosiddetti Cristiani Nascosti.

  • Nel 1863 fecero ritorno i sacerdoti cristiani a Nagasaki e fondarono la chiesa di Oura. Nel 1865, 3500 Cristiani Nascosti di Urakami rivelarono la loro presenza a padre Bernard Petitjean, il sacerdote francese della chiesa di Oura. Scoperti dal governo vennero confinati in campi di concentramento e torturati. Molti di essi morirono.

  • Solo nel 1873 vennero rimossi i bandi contro il cristianesimo e i prigionieri poterono fare ritorno a Urakami e ricominciare a ripopolare i loro villaggi. I capi della comunità dei Cristiani Nascosti di Urakami erano stati per sette generazioni i primogeniti della famiglia Moriyama, da cui discendeva Marina Midori. È nella casa da cui i Moriyama guidarono queste comunità che nacque Midori, che visse da sposa con Takashi e che morì il 9 agosto 1945. E nello stesso luogo che Takashi fece costruire il Nyokodō.

  • Nel 2018, l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità 22 siti dei Cristiani Nascosti del Giappone, tra cui la chiesa di Oura e molti villaggi sorti sull’arcipelago delle isole Gotō (baia di Nagasaki) durante i secoli delle persecuzioni (Hidden Christian Sites in the Nagasaki Region - UNESCO World Heritage Centre; Siti Patrimonio mondiale dell'umanità | Travel Japan | JNTO).

Luoghi consigliati

Oggi è possibile visitare molti luoghi collegati a questa storia ricca di fede, martirio e speranza.

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La Chiesa di Oura

È la chiesa più antica del Giappone ed è il luogo dove i Cristiani Nascosti di Urakami si rivelarono a padre Bernard Petitjean, dopo 250 anni di clandestinità.

Sito: https://nagasaki-oura-church.jp/
Indirizzo: 5-3 Minamiyamatemachi, Nagasaki, 850-0931, Giappone

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Il Museo dei Ventisei Martiri di Nagasaki

Il museo ospita moltissime reliquie e cimeli storici degli oltre 5000 martiri del Giappone, dei missionari del XVI e XVII secolo e dei Cristiani Nascosti. Sorge sulla collina di Nishizaka, luogo di molte esecuzioni capitali, dove è presente un monumento ai martiri san Paolo Miki e 25 Compagni (foto a sinistra)

Sito: http://www.26martyrs.com/
Indirizzo: 7-8 Nishizakamachi, Nagasaki, 850-0051, Giappone

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I villaggi dei Cristiani Nascosti delle isole Gotō

Le cinque isole Gotō costituiscono un arcipelago a largo della baia di Nagasaki. Vi migrarono circa 3000 Cristiani Nascosti nel XVIII secolo per poter condurre la loro vita di fede in clandestinità con minor rischio di essere scoperti. Ospitano alcuni antichi villaggi dei Cristiani Nascosti e oggi sono arricchite di bellissime chiese costruite nel XIX secolo, subito dopo la legalizzazione della fede cristiana.